Dolcezza e tristezza in un abbraccio: “Cambiare l’acqua ai fiori” di Valérie Perrin

Cambiare l’acqua ai fiori, romanzo del 2018 di Valérie Perrin, ci fa fare un viaggio nelle profondità della tristezza umana, ma con una dolcezza incredibile, come se fosse la carezza di una mamma.

Violette Toussaint è la protagonista di Cambiare l’acqua ai fiori, romanzo scritto dalla scrittrice, fotografa e sceneggiatrice Valérie Perrin, vincitore dei premi Prix Maison de la Presse 2018 e Prix des lecteurs du livre de Poche 2019, pubblicato in Italia da Edizioni E/O. Violette è la custode del cimitero di Brancion-en-Chalon, durante le sue giornate incontra persone in visita ai propri cari sepolti e accoglie alcuni di loro in casa, ascoltandone confidenze e sfoghi, come in un confessionale. È amica con i tre becchini, gli impresari delle pompe funebri locali e il giovane prete.

La sua quotidianità viene sconvolta il giorno il cui arriva un poliziotto da Marsiglia, con una strana richiesta: sua madre, come ultima volontà, vuole essere sepolta con quello che sembra essere uno sconosciuto del paesino di Violette, deceduto qualche anno prima. Da qui, inizia un viaggio nella memoria e nella vita della protagonista, dei vivi e dei morti del cimitero.

Il passato non è fertile quanto il concime che metto sulla terra, somiglia tutt’al più alla calce viva, un veleno che brucia i germogli. Sì, Violette, il passato è il veleno del presente. Rivaangare vuol dire un po’ morire.

Anime luminose e anime nere

Ci sono molte cose da dire su questo romanzo, ma voglio mantenere il segreto su praticamente tutta la trama (che a un certo punto diventa quasi un giallo). Vorrei concentrarmi sulle anime, cioè le persone: all’interno della storia troviamo anime luminose e altre nere. Alcune di esse si rivelano subito in un senso o nell’altro, ma altre lo scopriamo alla fine.

Ci sono alcuni personaggi che si svelano per chi sono davvero pian piano durante la storia, rivelando la propria natura anche a se stessi. Ma scopriamo anche che alcuni di loro, nonostante l’oscurità che hanno incontrato, hanno la forza di mantenere la propria scintilla di bontà. Al contrario, qualcuno incontra la bontà e la luce, ma sceglie deliberatamente l’ombra. Ovviamente, dove c’è la luce c’è anche l’ombra: nessuno dei personaggi è perfetto, ma ha le sue colpe e i suoi errori con cui convivere; ma qualcuno pende più da una parte che dall’altra.

«Caro padre, la gente deve pur peccare, sennò il suo confessionale sarebbe vuoto. Il peccato è il vostro fondo di investimento, se la gente non avesse niente da rimproverarsi non ci sarebbe più nessuno sulle panche della chiesa».

Buona lettura!

Rossana Pasian

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